Ed è il cloro che nella stragrande maggioranza dei casi viene impiegato come disinfettante nel processo di potabilizzazione dell'acqua destinata al consumo umano. Nei grandi acquedotti il cloro viene impiegato nella sua forma gassosa, anche se la manipolazione di questo gas richiede una particolare cautela dovuta al fatto che si tratta di un gas estremamente velenoso (aggredisce i polmoni causando tossi convulse).
Nei piccoli acquedotti, invece, il cloro viene impiegato nella sua forma liquida, ovvero ipoclorito di sodio più o meno diluito; la comunissima candeggina, per esempio, è Cloro (ipoclorito di sodio) diluito al 10 per cento.
La clorazione dell'acqua destinata al consumo umano genera non pochi problemi alla salute.
Quando il cloro incontra della materia organica, animale o vegetale che sia, può reagire chimicamente e trasformarsi in nuove sostanze chimiche conosciute con il nome di Cloroderivati, vere e proprie sostanze cancerogene.
Recenti studi svolti da importanti Istituti Universitari hanno evidenziato un aumento del 46 per cento di tumori tra le persone che utilizzano acqua clorata, soprattutto tumori al retto, al colon e alla vescica.
Come se ciò non bastasse, attualmente si sta avanzando il sospetto che alcuni cloroderivati possano addirittura causare alterazioni del DNA (effetto genotossico).
Fortunatamente c'è una crescente opinione del mondo medico che pone la clorazione dell'acqua tra i gravi rischi per la salute, ritenendola un grande problema da affrontare e risolvere al più presto.
I gravi rischi per la salute, derivanti dall'assunzione di acqua clorata, si possono facilmente evitare consumando acqua depurata, che certamente non è clorata.
Attenzione, però: come tutte le altre sostanze chimiche, i cloro derivati presenti nell'acqua non evaporano con la bollitura, e quindi dobbiamo usare acqua non clorata anche per cucinare.
Tratto dal libro "Attenti all'acqua" - collana ecosalute - Luigi Rho
Uso indiscriminato del cloro
L'acqua e certi tipi di cancro possono essere collegati. Si ritiene che il 60%-80% dei tumori abbia un'origine ambientale. Numerosi studi hanno dismostrato la presenza di composti chimici cancerogeni nelle acque potabili. Infatti degli oltre duemila contaminanti presenti nell'acqua, 190 di essi hanno mostrato effetti negativi sulla salute: cangerogeni, mutageni, teratogeni o tossici.
Solo appropriati sistemi di filtrazione possono rimuovere questi contaminanti dall'acqua che beviamo.
Il dottor Martin Fox riprende polemicamente il solito discorso sull'uso scriteriato del cloro e ci ricorda che la maggior parte delle acque potabili contiene cloro, normalmente usato per la disinfezione. Alla fine degli anni Sessanta del Novecento, il Price affermò che una delle principali cause dell'arteriosclerosi è il cloro. Egli basò questa conclusione su un esperimento nel quale, aggiungendo cloro all'acqua precedentemente declorata che dava da bere ai polli, rilevò che gli animali si ammalarono di arteriosclerosi nel giro di pochi mesi.
Come si è visto il cloro si combina anche con sostanze fortemente cancerogene tra cui cloroformio, bromoformio, ecc.. Non ci stanchiamo di ripetere che in molte acque potabili la quantità di queste sostanze eccede i livelli minimi ammessi dalla legge.
I composti derivati dal cloro favoriscono la produzione di radicali liberi nel nostro organismo. I radicali liberi danneggiano le cellule e sono all'origine sia dell'arteriosclerosi, sia del cancro.
Tratto dal libro "Attenti all'acqua" - collana ecosalute - Luigi Rho